18 Ott 18

Autoparco, andiamoci più che cauti

E’ stato approvato dalla Giunta Biondi, il documento preliminare alla progettazione del primo lotto per il rifacimento dell’Autoparco comunale, con un concorso internazionale. A seguire la sede unica o diffusa su più siti direzionali in centro storico e Palazzo Margherita per la rappresentanza istituzionale.

35milioni di euro, sono i fondi disponibili nella delibera Cipe 35 del 2012. Dopo una serie di passaggi ed approfondimenti sulla sicurezza di quel sito, Biondi ha deciso di realizzare un centro direzionale, nei due vecchi capannoni, per capirsi, che saranno demoliti dal Provveditorato ai Lavori Pubblici, un’area verde subito dietro, e confinante con quello che sarà un parcheggio multipiano, a fianco dell’emiciclo della Corte d’Appello. Una prima fase ed un primo lotto che dovrebbe costare nel complesso 13milioni e mezzo di euro.

75 addetti tra Opere pubbliche, Ambiente e Sport; manutenzione verde, strade, verde ed impianti sportivi, politiche ambientali e protezione civile ed ancora tutti i settori della Polizia municipale, spazi per 70 autovetture, oltre ai mezzi dell’Autoparco con annessa officina e locali adibiti agli operai.

Dunque spazi funzionali destinati a funzioni di Protezione civile, controllo del territorio ed organizzazione delle attività di prima assistenza alla popolazione in caso di disastro. 15mila metri quadrati per una nuova cittadella da integrare al contesto urbano e non un edificio isolato auto celebrativo, si legge nel preliminare di Giuseppe Galassi, che s’intersechi nella riqualificazione in atto e futura che riguarderà la Stazione ferroviaria con un parcheggio di scambio, auto/bus, ed un adeguamento viario tra viale della stazione e via Pile; il polo amministrativo a Villa Gioia, il progetto relativo alla Banca d’Italia, il Parco urbano a Piazza d’Armi, la nuova viabilità da terminare su viale Corrado IV, Santa Croce e Porta Barete. Innesti da rendere vivibili e perfettamente integrati con il paesaggio, oltre che funzionali e all’avanguardia dal punto di vista energetico e delle tecniche costruttive.

Un direzionale multipiano con una sala plenaria per seminari, conferenze e dibattiti aperti al pubblico ed uno spazio polivalente con ingressi indipendenti. Ai concorrenti sarà chiesto di studiare bene i percorsi pedonali e di accesso visto che i parcheggi  per i gli utenti ed i dipendenti, sono previsti in una struttura multipiano da realizzare a tre livelli nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo, a fianco della Corte d’Appello appunto, da porre in stretta relazione con l’ingresso secondario del complesso.

I parcheggi per i visitatori saranno ubicati al 1° livello (pt), quota piazzale con ingresso da Via Gian Gaspare Napolitano. Ai dipendenti saranno dedicati il 2° e 3° livello. Essi dovranno essere concepiti con caratteristiche qualitative elevate, considerando anche la loro integrazione nella configurazione complessiva degli spazi aperti.

L’organismo edilizio, composto da un unico livello interrato al fine di evitare interferenza con falde acquifere, deve essere previsto nella parte nord del lotto e con accessi dalla Via Rocco Carabba. In fase di progettazione deve tuttavia essere valutata la possibilità di captazione e/o deviazione dei flussi di acqua sotterranei. Sottolinea il responsabile del procedimento Galassi, al fine della futura progettazione, dovranno essere programmate specifiche indagini per la ricostruzione del modello geologico e del modello geotecnico di sottosuolo commisurate alle finalità progettuali, così come indicato dalla normativa vigente.

Senza voler entrare in un dettaglio tecnico senza averne adeguata competenza, è da considerare che la costruzione di tali strutture sarà un’ulteriore urbanizzazione di un’area un tempo coperta solo da laghi, localizzata sul bordo dell’ampia zona alluvionale colmata dai depositi del fiume Aterno e a valle del Fosso di San Giuliano, il tracciato originario correva dov’è attualmente presente via Beato Cesidio, per poi essere successivamente intubato nel periodo di sviluppo urbanistico dell’area, ricostruisce il tecnico.

E poi la microzonazione sismica, per cui non sono state effettuate indagini di dettaglio da parte dell’ufficio, ma l’area è assimilata alla Macroarea 1 – L’Aquila centro con presenza di depositi alluvionali rappresentati da alternanze di ghiaie eterometriche con elementi calcarei sia arrotondati che subangolosi con intercalazioni di lenti e livelli limoso-argillosi.

Cioè sabbia? E qual è l’accelerazione in caso di sisma? E’ lecito chiedersi.

Bisognerà prestare particolare attenzione alla componente geologica, sia in fase progettuale che di esecuzione delle opere, prosegue il rup nel preliminare, rendendosi quindi necessario realizzare approfondimenti di carattere geologico-tecnico e/o idrogeologico finalizzati alla conoscenza dei relativi aspetti che possano influenzare negativamente le attività edificatorie, con eventuale previsione di captazione e/o deviazione dei flussi acquiferi.

C’è una variante ai sottoservizi che dovrebbe mettere in sicurezza i flussi mentre si procederà alla verifica preventiva dell’interesse archeologico sulle aree interessate, così da accertare, prima dell’inizio dei lavori, cosa c’è sotto.

Di certo non sarà una passeggiata. Negli approfondimenti prescritti bisognerà andarci, non cauti, di più.

Nell’ipotesi di progetto, il livello interrato visto da via Rocco Carabba.