23 Set 19

5G Cina/Italia, la Nuova Via della Seta

A New York per il vertice sul clima, il premier Giuseppe Conte dovrebbe tenere anche un incontro bilaterale con l’amministrazione Usa, sul tavolo dovrebbe approdare anche il delicato dossier sul 5G.
Per Trump gli investimenti cinesi in Europa sulla nuova tecnologia, che apre le porte all’internet delle cose, hanno sempre rappresentato un rischio per la sicurezza e ha più volte sollecitato interventi in tal senso, sulla scorta dei vari ban imposti alle aziende cinesi dalla sua amministrazione.
Conte porterà in dote al presidente Usa il golden power esercitato nel primo Consiglio dei Ministri del nuovo Governo. Il golden power, il cui decreto di riforma scadeva il 9 settembre, è la possibilità da parte dello Stato di esercitare poteri speciali di controllo e veto su operazioni aziendali che riguardano asset strategici per lo sviluppo e la sicurezza del paese.
Il Consiglio dei Ministri con l’esercizio del golden power ha concesso quindi un via libera condizionato ai contratti firmati dagli operatori di telefonia con le società che producono la nuova tecnologia, che in Italia, hanno nei colossi cinesi Huawei e Zte i principali player, questo per verificare che gli apparati tecnologici siano al riparo da forme di spionaggio.
Dopo la replica cinese in cui si chiedeva fiducia e si ricordavano le migliaia di posti di lavoro creati in Italia dalle aziende tecnologiche cinesi, da Palazzo Chigi hanno rilasciato una nota per chiarire che nessuna azienda cinese è stato oggetto di ban e che al momento, e fino a prova contraria, non ci sono ragioni per farlo.
A tranquillizzare gli investitori cinesi per il momento dovrebbe contribuire anche la nomina, a capo di Gabinetto del ministero degli Esteri, dell’ex ambasciatore italiano a Pechino Ettori Sequi, tra gli sponsor degli accordi commerciali, la cosiddetta Nuova Via della Seta, tra Cina e Italia.
L’Aquila è una delle città scelte per la sperimentazione del 5G e qui, nel vecchio Polo elettronico, la ZTE ha aperto uno dei suoi centri di ricerca in collaborazione con l’ateneo aquilano. 

 

*di Alessio Ludovici