02 Set 19

Borgo Rivera, un taglio da ricucire

La ricostruzione della nostra città ci sta restituendo, passo dopo passo, anche il caratteristico e grazioso Borgo Rivera. Un borgo nella città, come dice appunto il nome, scrive Mauro Rosati, vice presidente Archeoclub d’Italia/L’Aquila.
Un borgo che dal 2015 ospita la sede provvisoria del Museo Nazionale d’Abruzzo, dal 2016 il Parco delle Acque; un borgo che molto prima ancora, fin quasi dalle origini della città, ospita la splendida Fontana della Rivera o delle 99 cannelle e la chiesa di San Vito, con la sua bella facciata, fondata dai castellani di Tornimparte come loro chiesa dentro le mura; un borgo che ospita l’antico convento di Santa Chiara d’Aquili.
Questo borgo, però, caratterizzato dalle semplici e caratteristiche abitazioni, dai panoramici tornanti che aprono la vista verso la città, in alto, e verso il fiume Aterno, in basso, ci appare oggi come isolato dal resto della città, tagliato fuori, quasi una frazione isolata dentro le mura dell’Aquila. Quest’impressione l’avranno percepita un po’ tutti quando da Borgo Rivera si prova a risalire verso via Fontesecco, a piedi o in auto, o viceversa; per raggiungere Fontesecco, infatti, bisogna avventurarsi in un pericolosissimo attraversamento di via XX settembre dove le auto e i camion corrono spesso a velocità sostenuta.
La via che gli Ortolani risalivano dagli orti della Rivera per arrivare nella piazza del Mercato fu tagliata quando, a partire dal 1890, venne aperta via XX settembre, un’arteria importante per il traffico cittadino anche oggi, ma che separò Borgo Rivera da Fontesecco e quindi dal resto della città.
Oggi, quindi, senza mettere in discussione l’utilità di via XX settembre, perché non pensare a un modo per ricucire questo taglio? Come fare? Un sottopassaggio pedonale? Un attraversamento pedonale semaforico sicuro e custodito?
E magari anche una rotatoria al posto dell’incrocio di Fontesecco?
Ai tecnici l’ardua sentenza.
Perché non prendere in considerazione quest’opportunità?
Da semplice cittadino voglio lanciare questo spunto di riflessione all’amministrazione comunale, agli ordini professionali competenti in materia, ai residenti, alle altre istituzioni e associazioni eventualmente interessate.