13 Feb 18

Capitali europee cultura fino al 2022

Le Capitali europee della Cultura già designate fino al 2021 sono, per il 2018, Leeuwarden (Paesi Bassi, nella foto) e La Valletta (Malta); 2019, Plovdiv (Bulgaria) e Matera (Italia); 2020, Fiume (Croazia) e Galway (Irlanda); 2021, Timișoara (Romania), Elefsina (Grecia) e Novi Sad (Serbia, paese candidato o potenziale candidato). Kaunas ed Esch, rispettivamente in Lituania e Lussemburgo, sono state proposte per il 2022 e sono in attesa della nomina ufficiale da parte delle autorità nazionali responsabili.  Lo chiarisce il sito ufficiale Ue, Europa creativa.
Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato nell’aprile 2014 un nuovo quadro normativo per l’iniziativa a partire dal 2019. Il nuovo quadro, spiega sempre ufficialmente l’Ue, comprende l’elenco cronologico degli Stati membri che possono ospitare la manifestazione dal 2020 al 2033.
Le nuove norme consentono a una città di un paese candidato o potenziale candidato all’adesione di detenere il titolo ogni tre anni a partire dal 2021. Queste città saranno selezionate attraverso un concorso generale, il che significa che città di paesi diversi potranno competere tra loro. Nel mese di giugno 2016 la Commissione ha presentato una proposta con l’obiettivo di estendere il concorso alle città dei paesi dell’Associazione europea di libero scambio che hanno sottoscritto l’Accordo sullo Spazio economico europeo, i cosiddetti paesi Efta/See. La proposta è attualmente in fase di discussione con il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue. La Capitale europea della Cultura nasce nel 1985 ed è stata assegnata finora ad oltre 50 città, le prescelte per il 2017 sono state  Aarhus (Danimarca) e Pafos (Cipro). Le città che intendono partecipare in futuro, conclude il sito Ue, devono attendere l’annuncio di un concorso nel proprio paese e successivamente compilare e presentare una proposta in risposta all’invito a presentare candidature pubblicato dall’autorità responsabile del concorso, in genere il Ministero dei Beni Culturali. Al netto di ogni terribile annuncio, comincerei col chiedermi quali chance potrà avere davvero L’Aquila.