05 Dic 14

Non c’è un restauro aperto da visitare

La prima domenica del mese, il Ministero dei Beni Culturali la dedica all’apertura dei musei, delle arti, dei restauri, delle scoperte archeologiche ed invita gli italiani ad approfittarne perché è tutto gratis, dopodomani in Abruzzo aprirà Fossa, San Vittorino, Chieti e Popoli. Mancherà L’Aquila, perché non c’è stato un solo amministratore che abbia sollecitato la sensibilità di qualcuno, ad avvicinare quel che va avanti nella ricostruzione alle persone. Anche per essere meno depressi. Qualche anno fa, eravamo nell’aprile del 2011, la visita guidata al restauro della cupola di San Bernardino, in occasione della Settimana della Cultura fu accolta con entusiasmo, le visite registrarono il tutto esaurito gli aquilani e i pochi visitatori che passavano da queste parti ne furono orgogliosi. Sono quelle cose che riescono a scaldarti il cuore e ti portano a guardare avanti con più serenità, ci aspettavamo qualcosa del genere sempre, che diventasse routine. Quell’occasione servì a tutti per ricordare che c’è un patrimonio vivo, che la cupola aquilana è di venti centimetri più piccola di quella del Pantheon a Roma, aveva subito profonde lesioni ma nel giro di qualche anno sarebbe stata a buon punto. Il soffitto ligneo recuperato grazie alla Fondazione Carispaq, estasiò tanti aquilani, furono giornate di speranza, da allora non facciamo altro che raschiare il fondo, non c’è la minima volontà politica, né il minimo impegno per coinvolgere le persone al recupero della loro anima, che solo nei centri storici può tornare a vivere. I cantieri di restauro dovrebbero essere aperti sempre, organizzati in accordo con le ditte, con visite guidate, per percepire da vicino a che punto siamo, giorno dopo giorno, per ricordare anche agli italiani e al mondo che L’Aquila non è morta. Che piano piano rinasce, con storici dell’arte a guidare cantieri diversi mese dopo mese. Per i cittadini, i giovani e gli studenti, ma dov’è finita l’Università, la facoltà d’Ingegneria i docenti, e la politica, una politica che si dice di sinistra ma che guarda solo ai soldi, ai fondi e alle risorse che non ci sono mai, se non per rifare cementi, palazzine, ed ancora case, perdendo di vista ogni giorno di più il recupero vero della città antica distrutta.