22 Mag 18

Cosa resta oltre la visita dei cantieri

Ho dato uno sguardo al Festival dello Sviluppo sostenibile 2018 di Bologna. L’Urban Center di Bologna (nella foto). 40 iniziative per la sostenibilità ed esperienze concrete in rete che fanno della città un esempio solido da imitare. La tre giorni di Officina L’Aquila, l’unica cosa che abbiamo, oltre la visita nei cantieri ed interventi di costruttori, imprese e Ordini, non offre un solo appuntamento per capire cosa siamo riusciti a produrre di culturalmente, socialmente ed economicamente valido che non sia a compartimenti stagni e non comunicanti tra loro. La cultura come motore dello sviluppo sostenibile della comunità a Bologna diventa seminario a cura del Dipartimento delle arti dell’Università, e poi esperienze di cooperative, viaggiatori e migranti, sviluppo responsabile che dialoga con l’Agenda 2030 e tanti eventi sostenuti da programmi europei. Laboratori, seminari ed esempi pratici di impresa o cooperativa organizzati con l’amministrazione civica, attiva davvero nel dialogo con il cittadino ed i giovani. Officina L’Aquila è un mostrare cantieri e percorsi di restauro in un circuito promosso dai costruttori con Carsa, l’editore della costa, e non è una questione di campanile quanto di una tre giorni dove si prende e si lascia poco ad una comunità che dovrebbe prendere almeno un’iniziativa. Ed invece non innesta nuove culture della ricostruzione e sostenibilità diffusa negli edifici restaurati, recupero di suoli e rigenerazioni, riqualificazioni e nuovi tempi ed orari di lavoro, sistemi culturali innovativi dove il MAXXI potrebbe diventare epicentro di rinascite in una comunità che collabora, dialoga, sostiene e vuol fare. Non ci sarà questo perché non abbiamo nulla di tutto ciò. Neanche una scuola ricostruita con sistemi rigenerativi all’avanguardia, nulla da mostrare e da partecipare né con Bologna né con Parma qualche tempo fa, quando il sindaco Pizzarotti che avrebbe voluto raccontarci di più, ha potuto fare molto poco, in una città che non si mette mai in discussione. L’Urban Center dell’Aquila sceglierà un nuovo direttivo, Cialente impose la mano politica alla libertà di quel luogo che resta snaturato, mentre il resto è frantumato.