24 Ott 18

Cultura, nuovo approccio manageriale

Federculture, ha illustrato qualche giorno fa il 14mo Rapporto annuale 2018 sulla cultura nel nostro paese, la spesa nelle famiglie, la fruizione di libri e musei, il turismo ed il sostegno pubblico privato al comparto. Rinnovando l’appello al Parlamento per una rapida ratifica della Convenzione di Faro, che promuove una nuova visione del rapporto tra patrimonio culturale e le comunità che lo custodiscono, come risorsa per lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita, incoraggiando processi di valorizzazione e gestione partecipativi.

Rapporto Federculture 2018 indica una spesa delle famiglie italiane per servizi culturali e ricreativi da 31 miliardi di euro, cresce del 3,1%, ma non ugualmente sul territorio nazionale. Nel nord Italia è mediamente superiore ai 150 euro al mese mentre nel sud scende intorno ai 90 euro, con gli estremi opposti del Trentino Alto Adige, 191 euro al mese, e della Sicilia 66 euro.

In Abruzzo siamo  a 96 euro e 55, spesa che pone la Regione tra quelle del sud, al 14mo posto su 20. L’Italia è comunque al di sotto della media europea, 6.6% sui consumi totali, contro l’11% della Svezia al top.

Rispetto al patrimonio cultuale, ed il 2018 è l’Anno europeo del Patrimonio culturale, siamo in linea con gli altri Paesi e crediamo che vivere in territori ricchi d’arte migliori la qualità della vita, 76%, con valori perfino più alti della media europea, fino al 91% degli italiani che considera il patrimonio, fondamentale  per il proprio paese.

La spesa in cultura delle amministrazione comunali nel 2016 riporta un calo del 4% rispetto al 2015, dagli ultimi dati Istat. Soprattutto nel centro sud e nelle isole. Un trend opposto nei Comuni del nord est con un incremento della spesa in cultura del 12,7%. Un andamento negativo si registra anche tra le amministrazioni provinciali, dove la spesa scende del 37% rispetto all’anno precedente, decremento che caratterizza le amministrazioni in tutto il territorio nazionale.

Diminuiscono i grandi lettori, cioè quelli che leggono 12 o più libri l’anno, ma aumenta leggermente, siamo al 41%, chi legge almeno un libro l’anno, le percentuali più alte di lettori hanno tra i 6 ed i 24 anni.
L’8% degli italiani scarica e book.
4milioni di euro, sono i fondi disponibili per la promozione della lettura nella Legge di bilancio 2018.
Abbiamo 13mila 925 biblioteche, oltre l’81% pubbliche, ma è necessario, per Federculture, mettere in campo una politica nazionale che rafforzi e rilanci le biblioteche di pubblica lettura, come veri e propri presidi culturali.

Totalmente inattivo, culturalmente parlando, è il 38.8.% degli italiani adulti.
Negli ultimi mesi, chi non è andato al cinema o a teatro oppure a vedere un concerto, fa registrare le seguenti percentuali: cinema, 51.6%; musei, mostre, siti archeologici e monumenti, sono disertati tra il 69.2 ed il 74 per cento degli adulti, con quote che salgono all’80 per cento per il teatro, al 90 % per i concerti classici e sono al 78,9% per altri concerti.

Riguardo le performance dei musei, a seguito della riforma del sistema museale nazionale del 2014, la tendenza è privilegiare la rete museale anche con i privati, e la capacità di intercettare risorse, il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ad esempio, è il primo ad aver fatto un piano pluriennale con approccio manageriale.
Dall’indagine sui modelli di business è risultato che il 62% dei ricavi delle fondazioni a partecipazione pubblica, deriva dalla vendita dei biglietti, i contributi privati rappresentano l’11% dei proventi, il ricavo medio è di 10 euro a visitatore con un contributo pubblico di 4 euro a visitatore.
I musei autonomi ottengono il 75% dei proventi dalla vendita dei biglietti; il contributo dei privati è superiore al 3%; il ricavo medio è di 9 euro con un contributo pubblico di 3 euro.
Il modello prevalente è quindi quello commerciale, emerso da un campione preso in città importanti dove il contributo pubblico incide con meno del 20%.

L’Italia è tra i paesi più arretrati sull’uso del digitale in ambito museale.
Solo il 30% dei musei offre almeno un servizio digitale in loco e almeno uno on line; solo 57% ha un account sociale, il 75% sta su tripadvisor, è in aumento il numero di account ufficiali dei musei su tutti i maggiori canali social, in particolare su instagram, la copertura è passata dal 15% all’attuale 23%. Chi invece ha scelto di utilizzare facebook, twitter ed instagram ha registrato un incremento dal 13 al 18%, con la percentuale di musei senza un account social, che scende dal 46% al 43%.

Il settore culturale rimane l’ambito di intervento più importante delle erogazioni delle fondazioni bancarie, il 24%, soprattutto nel nord.
L’indagine conferma la difficoltà da parte delle istituzioni culturali di ottenere risorse da parte dei privati. Con l’Art Bonus, che offre un credito d’imposta pari al 65% della somma donata, si rilancia il mecenatismo ma soprattutto nel nord, confermandosi uno strumento fondamentale di sostegno al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale da parte di cittadini ed imprese.
A luglio 2018, le erogazioni private alla cultura tramite Art bonus hanno raggiunto la cifra di 264,7 milioni di euro, con 8.531 mecenati che hanno elargito per realizzare 1.703 interventi in favore di musei, monumenti, siti archeologici e fondazioni lirico sinfoniche.

In Abruzzo non c’è una pratica significativa.

C’è una grande partecipazione di privati cittadini (circa il 60%), anche se l’impatto economico prevalente è determinato dalle donazioni di imprese e fondazioni bancarie. L’efficacia di Art bonus è molto diversa nei territori: ben l’81,5% delle erogazioni si ferma al nord, al centro è destinato il 16,6% e appena l’1,8% arriva fino al sud e alle isole.

Sono aumentati i turisti internazionali ed è cresciuta la loro spesa. Complessivamente gli stranieri in visita in Italia nel 2017 hanno speso 39 miliardi di euro, il 7% in più del 2016. Le regioni in cui i turisti spendono maggiormente sono la Lombardia, il Lazio, il Veneto e la Toscana, dove si concentra il 60% della spesa turistica. Sale la spesa in alcune regioni del Sud, come la Puglia, +10,4%; la Campania, +18,5%; e le Isole, che vedono i maggiori aumenti della spesa turistica in Sardegna +33,4% e Sicilia +23,6%. Il 2017 ha visto una crescita anche del turismo culturale, +4%, che si conferma come il segmento di maggior peso del settore, rappresentando il 35,4% del totale del mercato turistico. Il turismo nelle città d’arte continua ad essere il più ricco del comparto: la spesa dei turisti nelle destinazioni culturali è la più alta, 15,5 miliardi di euro nel 2017, oltre il 59% della spesa turistica complessiva, registrando una crescita dell’11,4%.

Per il terzo anno consecutivo, il bilancio Mibac è superiore ai 2miliardi di euro e anche nel previsionale 2018, risulta uno stanziamento di 2,4 miliardi, lo 0.28% del bilancio totale.
L’importo del FUS, Fondo Unico per lo Spettacolo, a sostegno dello spettacolo dal vivo,  nel 2018 è complessivamente pari a circa 333milioni di euro, incrementato con ulteriori 10 milioni di euro con il ddl n. 804/2018. Il fondo per il cinema e l’audiovisivo, istituito con la legge 220/2016, ha sostenuto l’industria del cinema e dell’audiovisivo con una spesa di 400 milioni di euro.

Federculture ha raccolto oltre 3mila su change.org perchè sia ratificata la Convenzione di Faro e per favorire  processi partecipativi nella gestione culturale. Le ultime norme per valorizzare il patrimonio culturale muovono in questo senso, bisogna però alzare la qualità progettuale, informare le persone sulle opportunità, favorendole, cominciando a parlarne seriamente nel post sisma 2009.