18 Feb 20

I puntellamenti non fanno più gola?

I 250milioni di euro per i puntellamenti hanno salvato la pianta della città, i nostri palazzi e il nostro patrimonio che dopo dieci anni, quasi undici, si sarebbe letteralmente sbriciolato a terra.

Così l’assessore al patrimonio, Vittorio Fabrizi, in quinta commissione, ha voluto ricordare a tutti che avremmo potuto chiudere il centro oppure puntellarlo, come abbiamo fatto, e cominciare a convivere con i cantieri e la rinascita. Questo è stato l’inizio del nostro post sisma.

Dopodiché la sicurezza di quei giunti in ferro e del legno è stata garantita solo per qualche anno, le messe in sicurezza non sono mai state monitorate, e le tecniche differenti utilizzate con legno o tiranti in ferro, hanno reagito diversamente al tempo, e mentre il legno va smaltito dalle imprese, così come stabilito con l’associazione dei costruttori, perché per il Comune sarebbe stato solo un onere, il ferro abbiamo provato a venderlo con scarsi risultati, ha spiegato ai commissari. All’inizio i puntelli dismessi venivano scaricati nella zona del laghetto di Pile, dopodiché è arrivata l’ex Sercom.

Giustino Masciocco

Ma chi controlla quanto ferro entra e quanto ferro esce? Ci sono dei verbali? E quanto vale questo materiale? Ha chiesto il presidente della commissione di garanzia, Masciocco, che ha convocato la seduta su impulso di Colantoni.

Vige infatti un’ordinanza che impone a tutti i direttori dei lavori, di smontare i ferri per consegnarli al Comune, proprietario, verbalizzandone la quantità in contraddittorio tra le parti.

E’ stato mai fatto? Conosciamo il valore di questo materiale? Ha aggiunto il presidente.

I verbali ci sarebbero, anche quelli dei prelievi del ferro da parte degli operai, ma la prima gara per venderlo è andata deserta, ha ricordato Fabrizi.

Proveranno a fare altre gare, così come spiegato in commissione dal dirigente Tiziano Amorosi, e assicurato dall’assessore Fausta Bergamotto, delegata alla valorizzazione del patrimonio.

Il ferro ha un valore e il legno ha un disvalore che va smaltito, ha detto Amorosi, l’ipotesi è offrire l’opportunità del capannone ex Sercom, con una pesa, anche alle imprese che devono smaltire il legno ipotizzando di incassare un fitto, visto che la gestione della filiera è per il Comune problematica, tant’è che parrocchie e associazioni hanno ottenuto il materiale a titolo gratuito.

Tuttavia sul capannone non risulterebbe né una fine lavori né un collaudo, non si capisce come facciamo comunque ad utilizzarlo e chi sa se ne sapremo di più in una prossima seduta.