05 Mar 19

Il Giardino delle giuste e dei giusti

L’Unione europea ha istituito la Giornata europea dei Giusti il 6 marzo, dedicata a quanti, in ogni parte del mondo, hanno salvato, anche nel presente, vite umane in tutti i genocidi e difeso la dignità umana durante i totalitarismi.
Giardini dei Giusti sono presenti in tutto il mondo.
Sono spazi pubblici, luoghi di memoria ma anche di incontro e di dialogo, in cui organizzare iniziative rivolte a studenti e cittadini per mantenere vivi gli esempi dei Giusti non solo in occasione della dedica dei nuovi alberi, ma durante tutto l’anno.
Su iniziativa del Convitto Nazionale Cotugno con i licei annessi, e dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, saranno messe a dimora delle piante dedicate ad Amalia Agnelli, ai fratelli Annina e Luigi Santomarrone, e a Giulio Aleandri, i quali nel corso della seconda guerra mondiale si prodigarono per salvare e proteggere ex prigionieri inglesi e slavi, nonché ebrei perseguitati.
Saranno poi ricordati l’attivista brasiliana Marielle Franco, uccisa nel 2018 per il suo impegno nella difesa dei diritti umani ed il bibliotecario maliano Abdel Kader Haidara, il quale nel 2012 organizzò il salvataggio di oltre 350mila antichi manoscritti della cultura islamica dalla violenza iconoclasta delle milizie fondamentaliste  jihadiste.

 

Amalia Agnelli. L’Aquila, 16 marzo 1899/7 marzo 1957.

Amalia Agnelli

Durante gli anni dell’occupazione tedesca all’Aquila fu infaticabile supporto ed aiuto agli ex prigionieri alleati e slavi, agli esponenti della resistenza aquilana, agli ebrei fuggiaschi dai rastrellamenti. La cartolibreria in piazza Palazzo, da lei gestita, era il centro ed il motore per la riconquista della libertà dal fascismo.


Luigi Santomarrone.
L’Aquila, 21 luglio 1893/Dachau, 7 febbraio 1945.

Fabbro residente a Roio Piano. Per aver dato accoglienza con la sorella Annina ad un ex prigioniero inglese, probabilmente in seguito ad una denuncia fu catturato e deportato a Dachau (primo numero di matricola 67249, classificato con la categoria SCHULTZ – deportato per motivi di sicurezza) dal 28 aprile 1944 fino alla morte.


Annina Santomarrone.
L’Aquila, 16 febbraio 189?/Ravensbrück, data incerta.

Annina Santomarrone

Sarta di Roio Piano. Catturata per aver dato accoglienza con il fratello Luigi ad un ex prigioniero inglese; fu condannata dapprima a cinque anni di reclusione e poi inviata in Germania. Fra le motivazioni che la spingevano all’accoglienza dei POWs, Prisoner Of War,  anche al rischio della vita, vi erano forti convinzioni religiose ribadite nelle sue ultime parole, secondo quanto riferisce lo storico inglese Roger Absalom, Non li ho aiutati perché erano inglesi, ma perché sono una cristiana e anche loro sono cristiani. Fu infine deportata a Ravensbrück (primo numero di matricola 83844, classificata con la categoria POL – deportato politico) dove muore.


Giulio Aleandri.
L’Aquila, 15 agosto 1927/13 agosto 1944.

Giulio Aleandri

Dopo aver ospitato per un periodo ex prigionieri slavi ed inglesi nella casa di famiglia, provvedeva  a rifornirli, nei loro nascondigli, di armi e generi alimentari.
Morì non ancora diciassettenne per lo scoppio di un ordigno bellico.

 

 

Marielle Franco. Rio de Janeiro, 27 luglio 1979/14 marzo 2018.

Marielle Franco

Politica, sociologa e attivista brasiliana, si è battuta per i diritti umani, in particolare delle donne e dei giovani neri emarginati nelle favelas, nonché  per la difesa della comunità LGBT. Nel Consiglio municipale di Rio de Janeiro ha presieduto la commissione per la difesa delle donne ed è stata membro di una commissione incaricata di monitorare l’azione della polizia federale, di cui ha denunciato gli abusi e le violazioni dei diritti umani. E’ stata assassinata con il suo autista. I proiettili di calibro 9 usati dagli assassini provenivano da una partita destinata alla polizia brasiliana.


Abdel Kader Haidara.
Timbuktù, 1965.

Abdel Kader Haidara

Bibliotecario e conservatore di manoscritti antichi. Dal XVI secolo, la sua famiglia si dedica alla raccolta di volumi centenari fondando l’Ahmed Baba Institute a Timbuctù, dove erano conservati oltre 350mila manoscritti.
Subentrò a 17 anni al padre alla guida della Fondazione. Nel 2012 i miliziani fondamentalisti occuparono Timbuctù. Con i colleghi dell’associazione delle biblioteche, da lui stesso fondata 15 anni prima, decise di porre in salvo questo patrimonio della cultura mondiale. Per otto mesi, coinvolgendo gli abitanti e centinaia di imballatori e corrieri, i manoscritti, nascosti in casse e in barili d’olio, furono contrabbandati oltre le zone controllate dai jihadisti, per cui solo 4mila testi furono distrutti. Nel gennaio 2013 i soldati francesi liberarono la zona.
Abdel è particolarmente orgoglioso di aver salvato un manoscritto, opera di un intellettuale e sacro guerriero sufi che governò brevemente Timbuctù nel XIX secolo. Quest’uomo, sostiene Abdel, era un jihadista nel senso originale e migliore della parola: un uomo che conduce una guerra dentro di sé contro le idee malvagie, i desideri e la rabbia e li soggioga alla ragione, all’obbedienza e ai comandamenti di Dio. Una bella lezione, commenta Abdel, per chi invece semina il terrore.

 

Domani alle ore 11 nella sede del Convitto Nazionale Domenico Cotugno in via P. Ficara, 7 all’Aquila, sarà inaugurato il Giardino delle giuste e dei giusti.