01 Mar 19

L’Aquila Chiama, tre centri commerciali

L’onorevole-assessore D’Eramo dopo un anno di latitanza e subito prima del rimpasto di Giunta, consegna alla città in una volta sola non uno ma tre nuovi centri commerciali.
Lo rileva in una nota la consigliera Carla Cimoroni, L’Aquila Chiama.

Carla Cimoroni

Giusto il tempo di fare le regionali e la zona ovest, se questo scempio non viene bloccato in Consiglio comunale, si ritroverà non solo il nuovo insediamento di Centi Colella, con un progetto planivolumetrico approvato dalla Giunta in tempi record, ma anche la trasformazione a destinazione commerciale di un immobile già esistente in località Campo di Pile, delibera per il momento ritirata in approvazione del parere della Provincia, e il raddoppio di un’ area tutta da edificare in località Cansatessa. Nessun cenno a una qualsiasi attività di programmazione e pianificazione: ci si è chiesti, per esempio, quanti metri quadri di commerciale per abitante sono ragionevoli in considerazione del tessuto socio economico? C’è un indirizzo su come dovrebbero essere assegnati tra strutture piccole, medie e grandi in ragione della distribuzione della popolazione attuale e futura? Domande retoriche, ovviamente: non è minimamente presa in considerazione nemmeno la moratoria fino al 2021 per i grandi centri commerciali prevista dal Testo unico sul commercio varato sei mesi fa dalla Regione Abruzzo.
L’unico criterio seguito è l’interesse di pochi e la resa incondizionata all’urbanistica contrattata, con buona pace della riduzione del consumo di suolo, della necessità di ricucire il territorio attraverso la distribuzione di funzioni diverse e complementari e soprattutto della rivitalizzazione dei centri storici dell’Aquila e delle frazioni, aggravata dalla totale assenza della ricostruzione pubblica. Le delibere di oggi sono la pietra tombale sul percorso del Prg, se mai ci fosse stato ancora bisogno di conferme. In ballo non ci sono solamente la cementificazione del territorio e la morte dei mercati e del piccolo commercio, a partire da quelli che dovrebbero ripopolare i centri storici. Si sta decidendo se i nostri figli dovranno passeggiare in un centro commerciale o nelle piazze, se siamo disposti in silenzio ad accettare che interessi privati determinino i luoghi della nostra socialità. Per quanto ci riguarda in Consiglio comunale daremo battaglia durissima e speriamo di non essere i soli dell’opposizione e che anche dalla maggioranza si levi qualche voce critica. Ma sarà determinante quanto i cittadini e le categorie produttive si impegneranno a contrastare questi progetti che possono essere ancora bloccati.  Noi ci siamo, la città questa battaglia può vincerla.

 

Centi Colella, associazioni: “Ritirare la delibera”

E’ nostra intenzione proporre una riflessione sulla città e per la città, chiedendo all’amministrazione di promuovere un percorso partecipativo sull’argomento, nelle sedi opportune per discutere l’argomento oggetto di delibera, ovvero la realizzazione di un nuovo centro commerciale.
Scrivono in una nota congiunta Italia Nostra, Archeoclub, Slow Food, 0 Rifiuti, Pro Natura e Fr.Azioni Fra.Intese.
Il nostro punto di vista è nettamente contrario alla variante, sia come atto in sé che come contenuto. La variante è la manifestazione più chiara e comprensibile dello stato di salute di un Piano regolatore: quando esso cessa di essere funzionale, efficiente e aggiornato, inizia la sua obsolescenza fisiologica e quindi si inizia con le varianti. Tale condizione, per uno strumento amministrativo così importante per una città in ricostruzione, porta con sé una grande quantità di problemi, primo fra tutti il degrado del paesaggio e della forma urbana: le varianti appunto peggiorano, non migliorano il piano, perché sono deroghe ad un atto amministrativo.

Chiediamo in prima istanza di sospendere tale delibera: prima di tutto per rispetto della delibera 38/2017 in cui viene prevista la concertazione pubblica sulle questioni attinenti la pianificazione; e poi per i seguenti motivi:

 

  1. la variante non è conforme al Testo Unico Regionale in Materia Commerciale, pertanto chiediamo apposito approfondimento in commissione consiliare;
  2. come è possibile che si proceda per varianti ad un PRG obsoleto e inefficace, avendo a disposizione un PRG preliminare al quale mancano pochi passaggi per essere approvato? Che si discuta di questo con i cittadini e si ritiri la delibera 59/2019;
  3. fra le motivazioni addotte dai tecnici della committenza e dai tecnici comunali, si legge che il centro commerciale sarà utile all’economia di vicinato: è esattamente l’opposto. Tale affermazione appare una chiara forzatura di parte, poiché l’economia di vicinato privilegia le attività commerciali integrate nel tessuto socio economico ed urbano, del centro storico e delle frazioni, consentendo ai cittadini di percorre brevi distanze, su strade sicure: non sulla Statale 17. La Statale 17, come la Statale 80, sono arterie al collasso, perennemente intasate, con un Piano urbano di mobilità sostenibile in corso di redazione;
  4. e allora a quale logica risponde questa variante? Il Piano regolatore vigente è obsoleto, quello nuovo dimenticato, il Piano urbano della mobilità sostenibile in corso di redazione, le attività commerciali del centro storico e delle frazioni in forte sofferenza;
  5. e allora a chi giova l’ennesimo consumo di suolo, per realizzare l’ennesimo centro commerciale in un’area a vocazione urbanistica totalmente diversa e prossima ad area di interesse archeologico e parco fluviale?

Mercato contadino a Pile

Di fronte a questa vecchia modalità di gestione del territorio, la pianificazione urbana per la nostra città, richiede una svolta decisa e innovativa a salvaguardia e rigenerazione del paesaggio: un nuovo Piano regolatore a volume zero che ponga un limite deciso ad altro consumo di suolo; se non anche una riduzione del costruito commerciale inutilizzato: una via virtuosa già intrapresa da molti Comuni nel nostro Paese. Parallelamente, considerata la dispersione commerciale e demografica causata dalle delocalizzazioni emergenziali post sisma, è necessario riportare l’equilibrio verso le polarità forti rappresentate dal centro storico cittadino e dai borghi delle frazioni. A tutte queste considerazioni chiediamo di rispondere tanto all’amministrazione che alle associazioni, agli esercenti e ai cittadini, invitando tutti a raccogliere il nostro appello per ritirare la delibera, concludono. 


Domanda: ma il Mercato contadino a Pile è o non è in una zona alluvionale? Ma perché sempre due pesi e due misure?

 

L’Aquila Centro storico, chiede incontro alla capigruppo

L’associazione L’Aquila Centro Storico esprime il suo profondo dissenso sulla notizia appresa dalla stampa riguardo l’approvazione, da parte della Giunta comunale, della nuova destinazione d’uso di una parte dell’area Centi Colella, dove si intende realizzare un nuovo ed ennesimo centro commerciale, per di più a ridosso dell’area protetta di Colle Macchione e in una zona già attualmente caratterizzata da un flusso di traffico particolarmente intenso e congestionato.

Piazza Duomo

Tale scelta, scrive in una nota, per ironia della sorte apparsa sulla stampa il giorno successivo alla sconsolata denuncia da parte di due artigiani delle difficoltà incontrate dal commercio nel centro della città e della conseguente decisione di chiudere la loro attività dopo solo un anno e mezzo dalla riapertura in Piazza Palazzo, non può che spingere la popolazione ad allontanarsi ulteriormente dal centro storico, non considerato una priorità dall’attuale amministrazione, che dal suo insediamento non ha ancora fornito risposte concrete, fatta eccezione per l’organizzazione di eventi sporadici, su alcuni dei temi più volte sollevati dall’associazione: piano parcheggi, rientro degli uffici pubblici e del mercato di Piazza Duomo in centro.
Una delibera che contraddice anche gli scopi del bando Fare Centro, che ha portato molti commercianti e professionisti ad investire sulla rinascita del centro storico, ma che devono scontrarsi con la mancanza di progettualità e, a questo punto, di interesse nei confronti del centro cittadino da parte della classe dirigente.
Come associazione rappresentante un gruppo vasto ed eterogeneo di residenti, commercianti e professionisti del centro storico, riteniamo che l’amministrazione comunale dovrebbe focalizzare le proprie energie sui veri problemi della città, non sulle aperture di nuovi centri commerciali; chiediamo quindi un incontro con i capigruppo di tutti i partiti presenti in Consiglio comunale, per conoscere l’idea di città dei politici che rappresentano i cittadini aquilani, conclude la nota.