22 Mar 19

Musei e rete museale: c’è un futuro?

Restauro e tutela dei nostri beni culturali dopo il sisma del 6 aprile 2009 a pochi giorni dal decennio che lo commemora.
La Sovrintendenza archeologia, belle arti, paesaggio per L’Aquila e cratere racconta di affreschi, soffitti lignei, antiche strutture e resti di presidi antisismici storici, apparati decorativi complessi e stratificazioni della città medioevale: sono le pagine sconosciute di storia e di storie della città che questa ricostruzione ci costringe ad aprire, a leggere e a decifrare.
E’ un invito a riscoprire le vicende della città e del territorio, che ci sorprende quotidianamente, racconta ancora ufficialmente, con rinvenimenti e scoperte che riaffiorano dall’età del bronzo e dall’epoca romana, dal medioevo e dal periodo della fondazione della città, dalle tracce sovrapposte dei tanti terremoti e delle tante ricostruzioni che la città custodisce e conserva.
Bellissimo ma alla città arriva pochissimo.
Tutto molto interessante ma ne arriva troppo poco nel quotidiano delle persone.
E non solo nel quotidiano, proprio nella percezione di un post sisma eterno e di un’emergenza strutturata che non riusciamo a superare, vivendo le bellezze e le scoperte della nostra storia, quanto piuttosto giornate grigie e senza prospettiva.
Il polo museale dell’ateneo aquilano, Pomaq, che dovrebbe spingere alla conoscenza costante dei reperti e ritrovamenti in esso esposti, è nato nel settembre del 2018 ma chi lo conosce a parte gli addetti?, dovrebbe lavorare ad una percezione innovata delle nostre ricchezze che invece continua a sfuggire.
Per una responsabilità diffusa, oltre che attitudine alla superficialità di tutti noi, a meno che non si parli di incarichi, cubature, aumenti, premialità e cessioni o retrocessioni di terreni.
Tra le valorizzazioni del decennale la Sovrintendenza cita anche il Progetto del museo civico archeologico a Santa Maria dei Raccomandati o l’accordo di gestione dell’area archeologica Tempio Italico Castel di Ieri, che tuttavia non si riescono a declinare in una visione programmatica e ragionata del nostro futuro.
Quanto sopravvivono i musei ai giorni nostri? Cosa ne sarà di quelli terremotati e dei nuovi? C’è un ragionamento sul futuro del civico Signorini Corsi, sul MuNDA in comodato d’uso con il Comune dell’Aquila all’ex Mattatoio, tornerà forse al Castello Cinquecentesco? E che ne sarà del museo a San Giuliano? Riusciranno a sopravvivere senza un piano? Ed il MAXXI per il contemporaneo?
Anche queste, come la piccolissima capacità di spesa e di recupero del nostro patrimonio culturale, dovrebbero essere emergenze all’ordine del giorno con la crisi del commercio ed il rientro in centro storico, ed invece, continuano a restare sospese a mezz’aria.