15 Mag 18

Parco urbano piazza d’Armi al palo

Dei progetti urbanistici post sisma, il più credibile è il Parco urbano a Piazza d’Armi selezionato nel 2012 con un concorso di idee, ma dalla progettazione esecutiva in capo alla Rialto Costruzioni Spa di San Tammaro a Caserta, è venuta fuori una variante al progetto definitivo per lavori che costeranno il 50% in più, lievitando da 12milioni di euro a circa 18milioni, per calcoli tutti da verificare. Nel senso che gli uffici comunali sono al lavoro per capire se la variante è congrua, se le pretese dell’impresa sono ammissibili, anche perché andrà per legge al vaglio dell’Anac di Cantone, dopodiché si potrà partire. Nel caso in cui questa variante non fosse riconosciuta bisognerebbe annullare la gara spalancando le porte ad un contenzioso, anni ed anni ancora per vedere il Parco urbano ed il 10% per i mancati utili da pagare all’impresa, per circa un milione di euro. Non si esclude la possibilità di ingaggiare consulenti tecnico giuridici perché mettano nero su bianco l’ammissibilità dello stravolgimento del progetto definitivo. L’appalto integrato fu aggiudicato a febbraio 2016, per un Parco urbano con un complesso teatrale per oltre 900 posti, ristori e spazi commerciali. Il concorso di progettazione era stato pubblicato nella primavera del 2012, e vinto, nel febbraio del 2013, da Modostudio, grazie alla proposta degli architetti Fabio Cibinel, Roberto Laurenti e Giorgio Martocchia, dopodiché ricevuto l’incarico, la progettazione definitiva è stata completata a maggio del 2014, per 95.604 mq; un teatro di forma cilindrica ispirata al Globe Theatre shakespeariano per un diametro di 46 metri ed una superficie utile di oltre 3.700 mq.; parcheggio interrato su due livelli per quasi 12.700 mq. ed un direzionale di mille mq. L’appalto integrato da 18 milioni e 600mila euro, come base d’asta, è stato vinto dalla Rialto Costruzioni Spa di San Tammaro, Caserta, per lo straordinario ribasso del 60.5.%, con cui superò le 50 imprese concorrenti, i ricorsi all’Anac sono stati respinti, contro l’eccessivo ribasso fece un esposto anche la senatrice Enza Blundo, M5S, finito con un nulla di fatto, stiamo però tornando alla base d’asta.