04 Nov 18

Val Saisera, salva la foresta dei violini

Abbiamo temuto il peggio per la foresta della Val Saisera, ma nel tardo pomeriggio di ieri le nostre guide hanno potuto verificare che i danni si sono avuti nella Bassa Saisera, dunque il patrimonio ambientale della foresta dei violini è salvo. Si tratta di un sito estremamente importante per il suo valore naturalistico ed i suoi abeti rossi, ultimo baluardo dell’impero asburgico.
E’ il commento di Franco Polo, coordinatore  Aigae, Associazione guide ambientali escursionistiche del Friuli Venezia Giulia. 
Solo pochi danni, ma è danneggiato il cimitero austriaco a Valbruna. Avevamo temuto il peggio, vedendo i danni all’ingresso del bosco che si immette nella valle degli abeti, avevamo temuto che come a Paneveggio, se ne fosse andata una gran parte della foresta degli abeti Stradivari (nella foto). Invece dopo aver fatto un sopralluogo all’interno, abbiamo appurato con sollievo che i danni erano solo all’inizio del bosco, lungo il fondovalle per 3 km, dove il cimitero austriaco della Prima Guerra Mondiale è stato invece seriamente danneggiato dalla caduta di alberi.
La foresta dei violini è quindi salva.
Danni al patrimonio boschivo si registrano nel resto del Friuli e riguardano le valli della Carnia, delle Dolomiti Friulane e la foresta del Cansiglio ove intere macchie di foresta, sono state abbattute dal vento e dove permane il pericolo idrogeologico con rischio di erosione e frane in tutte le zone dove il manto boschivo si è ridotto notevolmente, mentre le strade forestali non sono percorribili ed alcuni rifugi sono stati seriamente danneggiati.
In tutta la zona montana si sconsigliano peraltro le escursioni in quanto i sentieri montani presentano pericoli da accertare. Rimane alta l’allerta anche per la circolazione stradale di fondovalle e per la stessa popolazione in caso di nuove precipitazioni previste nei prossimi giorni e anche per quelle future, nella prossima stagione invernale.
Ho visto interi versanti con schianto di alberi e penso all’inevitabile dissesto che seguirà.
Il bosco del Pradut è praticamente raso al suolo.
Inaccessibile anche il mitico campanile di Val Cimoliana.
Ciò che colpisce non è l’acqua perché alle alluvioni siamo abituati, ma l’energia del vento, forte come in mare aperto ed invece siamo in montagna e quando il vento entra in valle prende velocità. E’ un fenomeno sempre più frequente. Bisogna ricostruire, preservare e capire come si può ancora vivere con la natura, conclude.

Piena solidarietà è stata espressa da Filippo Camerlenghi, presidente nazionale Aigae, il patrimonio ambientale italiano ha subito un colpo senza precedenti. Intere foreste, boschi ed aree Unesco Patrimonio dell’Umanità sono state praticamente rasi al suolo con paesaggi esteticamente modificati. Aigae c’è, scrive, ed è al fianco di tutti i popoli colpiti.

In Veneto ci sono ben due luoghi naturalistici di alto valore, quali la gola dei Serrai di Sottoguda e la valle di San Lucano che sono stati praticamente cancellati. La valle di San Lucano ha un valore geologico importante ma tutte le sue caratteristiche ambientali sono state cancellate. Rocca Pietore, uno dei borghi più belli d’Italia, è stato durissimamente colpito. 
Ben 3 milioni di piante abbattute, 50mila ettari segnati per almeno un secolo, migliaia di metri cubi di acqua e detriti nel Garda dall’Adige, con non pochi problemi per le specie ittiche e per il delicato ecosistema del Lago di Garda.

Garda, fango e detriti

Un patrimonio umano e culturale chiamato a reagire. Parliamo di circa 10mila famiglie isolate  soprattutto nelle zone del Feltrino e dell’Agordino, ma anche il Comelico e l’Ampezzano, Alpago, l’altipiano di Asiago ed il Cansiglio. Sono tutti luoghi che rappresentano alcune tra le principali peculiarità naturalistiche del Veneto. Sul posto quasi mille le persone impegnate, un esercito di volontari e tra questi anche le guide Aigae. Spiega Andrea Gelmetti, coordinatore Aigae, Associazione guide ambientali escursionistiche del Veneto.
Non possiamo non sentirci coinvolti, fare la guida ambientale escursionistica non vuol dire solo accompagnare ma molto di più: significa essere partecipi del territorio, raccogliere la memoria e tramandarla, alimentare e sostenere le piccole economie rurali. Il nostro impegno sarà quello di proseguire con responsabilità su questa strada, perché le persone ed i territori colpiti da queste avversità sono la nostra casa
, conclude.

 

Biondi: “Gli aquilani si stringono ai territori martoriati”

L’Aquila e gli aquilani si stringono ai cittadini italiani residenti nei territori colpiti da un’ondata di maltempo senza precedenti, che ha provocato lutti e devastazione in alcune delle zone più straordinarie del Paese, sia dal punto di vista ambientale sia turistico ed economico. Giungano loro i sentimenti di solidarietà e vicinanza personale e della municipalità in un momento tanto difficile, certo che sapranno risollevarsi e far fronte a questa tragedia caparbiamente e tenacemente. Ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi in una nota stampa. 

Pierluigi Biondi

Da quelle regioni, nel 2009, migliaia di volontari raggiunsero questa terra per prestare soccorso a chi era stato duramente messo alla prova dalla furia del terremoto. Con lo stesso spirito di collaborazione e orgoglio nazionale, oggi, partono dall’Abruzzo donne, uomini e volontari della Protezione civile per restituire, non solo idealmente, quanto ricevuto in termini di assistenza e sostegno a chi ha perso tutto a causa di una calamità naturale. È a loro che rivolgiamo un caro saluto, carico di affetto e riconoscenza per l’impegno e la dedizione che dimostrano nella loro azione a sostegno dei nostri fratelli, lontani solo geograficamente, aggiunge il primo cittadino del capoluogo.