12 Dic 18

Piano Gran Sasso, è tutto da rifare

Un Piano di interventi per promuovere lo sviluppo e la crescita turistica del polo di attrazione del Gran Sasso, valorizzando complessivamente ed in modo integrato il territorio e le sue risorse naturali, culturali ed enogastronomiche.
Per questo, spiega il sindaco Biondi in una nota stampa, abbiamo chiesto ed ottenuto, dalla Struttura tecnica di Missione, la rimodulazione, per complessivi 150mila euro, delle risorse Cipe destinate al ‘Programma di sviluppo a sostegno delle attività produttive e di ricerca’, per individuare esperti in analisi del territorio e processi di valorizzazione delle risorse locali, mobilità sostenibile e comunicazione che faranno il Piano, sulla base di indirizzi forniti dalla Giunta.
Il gruppo di lavoro avrà il compito di definire strategie ed azioni per raggiungere gli obiettivi, approfondendo anche la fattibilità tecnico economica del Piano di sviluppo del Gran Sasso.
Cioè il Piano di Invitalia, da rimettere in discussione per coinvolgere altri Comuni del comprensorio.
Intanto sabato prossimo ripartirà la stagione sciistica a Campo Imperatore, in attesa di nuove nevicate, saranno fruibili la seggiovia Fontari e le piste denominate Osservatorio e Strada, informa l’amministratore del Centro turistico del Gran Sasso, Dino Pignatelli.
Lo Stato subordinò il finanziamento post sisma sul Gran Sasso, di almeno 15milioni di euro, al nuovo Piano industriale e ad una rinnovata gestione, mai arrivata.
Quanti anni sono passati? Non era il Cipe nel 2012 a finanziare la ripresa della montagna?
Senza neanche avere quella freschezza di altri territori a noi vicini, per intercettare risorse europee e spingere su progetti per ottenere fondi, magari rimodulabili perché non spesi.
Ci stiamo pensando oppure al Centro turistico si passano solo i comunicati stampa?
Roccaraso riapre gli impianti di risalita all’Aremogna domani, si sta lavorando su varie piste servite dall’innevamento programmato e dalla cabinovia a sei posti, per dirne una
Castel Di Sangro, infatti, riuscì ad ottenere 17milioni e 131mila euro, a seguito di una rimodulazione che la Giunta D’Alfonso operò sui fondi Ue non spesi al 2013. Alla base, un programma per realizzare collegamenti funiviari al bacino sciistico dell’Aremogna, due cabinovie ad ammorsamento automatico, che mise insieme i Comuni di Castel di Sangro, Rivisondoli, Roccaraso e Scanno. Prevista poi una seconda fase progettuale per il collegamento ciclopedonale con infrastrutture per Castel Di Sangro-Scontrone-Stazione Ferroviaria Sant’Ilario di Castel di Sangro-Piano Aremogna di Roccaraso-Piano delle Cinquemiglia di Rivisondoli.
25milioni di euro in tutto, con un contributo a carico di chi avrebbe fatto i lavori.
Di quanti anni fa parliamo? All’Aquila intanto, non solo non siamo smart sui progetti Ue, ma ricominciamo da capo su un Piano industriale di qualche anno fa perché non convince, troppo concentrato solo sulla nostra montagna, troppo escludente le potenzialità dei Comuni limitrofi. E sempre nella palude restiamo.