11 Mar 20

Oggi, proviamo a darci una calmata…

11 marzo, non potevamo che cominciare da qui oggi, sia perché è l’anniversario del terremoto, tsunami, meltdown nucleare che devastò il Giappone nel 2011, una catastrofe con pochi precedenti nella storia, sia perché vivo con una psicologa amante del Giappone che mi ha riempito la casa di riferimenti alla cultura del sol levante e in questi giorni ne approfitto. Quella giapponese è una lingua educante, le parole sono idee, concetti, principi molto elaborati e precisi. Ho tra le mani un libro di Laura Imai Messina, docente di Lingue a Tokyo, Wa, la via giapponese dell’Armonia.

Leggo la dodicesima parola, Nintai: In giapponese pazienza è nascondere la fatica, tollerare in silenzio le difficoltà, resistere all’ansia del tempo e aspettare. E’ seminare e attendere i frutti. In certi momenti della vita tutto deve essere pazienza. Ma non è stare immoti, è anche gambaru, metterecela tutta, il fare intanto che si aspetta. La pazienza è anche amore. L’odio, infatti, non ne ha bisogno, non richiede tempo, impegno, studio e riflessione ma aggrega velocemente. Il punto è che questo impulso crea ancora più nervosismo e moltiplica la confusione e gli errori. E allora se amiamo veramente questo paese dobbiamo usare tutta la nostra pazienza ora.

Non si tratta di stare immoti appunto, ci saranno tensioni legittime ad esempio, come gli operai di una fabbrica che si fermano per capire qual è il loro livello di sicurezza. Non è legittimo invece lo sbraitare della politica che in questo momento sbandiera uomini forti, non è legittimo il degrado da bestie affamate sui social per gridare bisognava fare questo o bisognava fare quello, perché la realtà è che non abbiamo fatto nemmeno quelle poche cose che ci hanno chiesto e se ce le avessero chieste di più dure ci saremmo rifiutati in toto. Ora che la gran parte degli italiani ha capito che viviamo un momento difficile e pericoloso l’ultima cosa di cui c’è bisogno è farsi prendere dal panico e dare credito a chi diffonde messaggi apocalittici. Siamo tutti in pericolo! No, non stiamo per morire tutti. Bisogna fare così! Bisogna fare colà! Ognuno ha il suo pensiero, gridarlo come forsennati non risolverà il problema. Davvero volete passare settimane così? Ce la fate? Ci vuole l’uomo forte! No, ci vuole un popolo forte e calmo.

Ora, lasciamo fare a chi di dovere il lavoro che qui la cosa è lunga, ci vorranno settimane per uscirne e questo panico generalizzato ora va azzerato. E’ il momento di avere la massima empatia nei confronti degli altri, altrimenti finiamo male. Delle immagini delle persone in fila ai supermercati, ad esempio, il problema non è solo l’effetto, la possibilità di contagio se state tutti assembrati al supermercato, ma è il principio, il devo accaparrarmi più beni possibili prima di qualcun altro, cioè al posto di qualcun altro. Questo è un principio distruttivo della nostra società, che ha un effetto dannoso, ammassarvi e contagiarvi tutti, cioè il contrario di quello che vogliamo fare. E’ chiaro? Per cui pazienza è la parola più importante adesso. Pazienza, tenacia, silenziosa perseveranza. Sarà indispensabile anche per il tempo che verrà, queste settimane che abbiamo davanti, dovete capire che più continuate ad ammassarvi, andando tutti insieme a Madonna Fore e più aumenteranno il tempo necessario e la frustrazione generale, e più lo Stato dovrà impegnare risorse e uomini per controllare tutto, non è quello che vogliamo. Allora, se uscite, nell’ambito delle norme previste dalla Repubblica, dovete farlo da soli o con i vostri figli, moglie o marito, punto. Questa è la regola al momento, stare alla larga.

Guardate quello che sta succedendo nel pescarese, uno o più asintomatici in giro per giorni, ignari purtroppo, e dopo qualche giorno i numeri esplodono. All’Aquila le cose vanno benino per il momento ma c’è ancora troppa gente in giro.

Io vivo in centro, qui per fortuna le occasioni di contatto a questo punto non sono molte, ci sono ancora molti operai ma già oggi molte ditte hanno deciso, in piena autonomia, di sospendere l’attività. Qualche bar è ancora aperto, chissà per quanto, si entra a turno e rispettando le regole che l’esercente ha stabilito al proprio interno con grande sacrificio e senso di responsabilità. Sono aperti alcuni negozi che forse potrebbero fare al caso vostro, Romano con i suoi strumenti musicali ad esempio, le librerie. Se avete bisogno di altre cose ci sono tanti servizi online e a domicilio che si stanno organizzando in questi giorni, se andate al supermercato cercate di farlo una volta e senza uscire in comitiva, fate una lista precisa prima di andare.

Possiamo ancora uscire, si può portare il cane a fare i bisogni e, secondo le attuali disposizioni, si può fare attività sportiva all’aperto, da soli o con il proprio coniuge, non con le comitive di dieci bambini! Oggi proviamo a darci una calmata perché la strada è lunga e ci vuole pazienza. Ciò che seminiamo lentamente maturerà tardi ma in abbondanza.


*di Alessio Ludovici