01 Nov 18

Fabrizi da controllato a controllore

Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, ha appena firmato la proroga fino a giugno 2019 della Struttura tecnica della Presidenza del Consiglio che si occupa della ricostruzione per il sisma 2009. Inoltre è stato individuato il responsabile della struttura nella persona dell’ing. Raniero Fabrizi, già titolare della Usra e Usrc. Così dal suo blog Gianluca Vacca,  sottosegretario pentastellato al Mibac, con delega alla ricostruzione per i beni culturali e le attività culturali dell’Aquila e delle zone colpite dal sisma.
Fabrizi si muove alla grande tra le pieghe ministeriali, è stata la persona giusta al momento giusto,  quando venne fatto fuori Paolo Aielli, costretto alle dimissioni, oggi va alla Struttura di Missione, passando dal ruolo di controllato a quello di controllore con una leggerezza incredibile, in una Struttura ormai a tempo che dimostra quanto questo Governo ci tenga appesi all’incertezza, smantellando l’unica normativa post sisma, dopo il decreto 39 del 2009, e cioè la Legge Barca, che attribuiva strumenti e poteri alla Struttura di Missione.
Tra questi quelli di vigilanza ed impulso agli Uffici speciali, tenuti ad assolvere gli obblighi di monitoraggio fisico e finanziario della ricostruzione. Lo ha mai fatto Fabrizi? Quale impulso ha dato alla ricostruzione in questi anni?
La Struttura di Missione quantifica poi, i fabbisogni finanziari relativi all’avanzamento della spesa rilevata dai monitoraggi periodici sulla ricostruzione privata e pubblica. Fabrizi ha cominciato a rendere pubblici da poco chilometrici file excel, senza mai indicare cambi di rotta: come giudicherà da controllore questo silenzio? E come guiderà il controllo governativo sulla spesa del suo mandato?
Si ritroverà ora a dover fornire soluzioni tecnico-amministrative relative a problematiche connesse all’attuazione operativa del processo di ricostruzione, senza mai averle evidenziate nel ruolo da controllato. Si dovrà poi occupare di coordinare il 4%, controllarne l’attuazione e monitorarne lo sviluppo coordinando i famosi Piani annuali per la ricostruzione pubblica, che con la nuova norma del 2015, senza riuscire a spendere, porteranno le risorse altrove. Come farà a dire da oggi, dalla Struttura, che il processo è lento, se fino a ieri da controllato ha taciuto?
Si passa così senza alcuna perplessità, soprattutto da parte pubblica, dal ruolo di controllato a quello di controllore, dopo quasi quattro anni di incarico e non credo sia un buon segnale.
Non si parla più di tiraggio, nel 2012 il timore era di dover procedere speditamente altrimenti i fondi non sarebbero stati stanziati, così ce la pose Barca la nuova norma, e con Fabrizi arrivò la normalizzazione, la burocratizzazione, la routine quotidiana, la lentezza diventata normalità, suggellata dal silenzio finale, che scaturirà da questo incredibile scambio di ruoli, ed ancora più incredibile che ad avallarlo siano dei puristi di ferro come i cittadini al Governo del M5S.
Vacca conclude il suo comunicato dando addosso agli errori del Pd, rimarcando invece l’impegno costante e concreto che il Governo dimostra nel portare avanti le azioni volte a risolvere i problemi ereditati sulla ricostruzione. In legge di bilancio, conclude, ci saranno anche le risposte ad altre problematiche, quali per esempio, quelle legate alle restituzione delle tasse, ennesimo disastro creato e mai risolto dai governi precedenti. In realtà il decreto Barca, seppur non condiviso con i rappresentanti dei cittadini è stato discusso con il territorio, al contrario di queste risposte, i nostri esponenti politici eletti a Roma non ci hanno ancora detto nulla. Dov’è finita la tanto sbandierata trasparenza?