06 Apr 19

16mila studenti qui, grazie ai Musp

E sul Progetto case, map e musp il pensiero di Guido Bertolaso allo speciale di Tra poco in edicola è stato chiarissimo.
Non è crollato nulla sono caduti tre o quattro balconi, se sbaglio lo diranno le immagini, c’è stato un problema di manutenzione accadrebbe anche a casa sua se non facesse manutenzione, sono stati fatti in dieci mesi e sono casi isolati, sulle 5mila 500 case costruite mi pare ci sia il 2 o 3% che ha avuto dei problemi.
In questi anni ci si è concentrati su questo 2 o 3% invece che sul 97% degli interventi che ha funzionato e per me sono stati fondamentali avremmo dovuto lasciare la gente nei container?
Sapevo che ci sarebbero voluti tanti anni ho pensato sarebbe stato giusto dare a questa gente accoglienza ed ospitalità molto più dignitosa rispetto alle schifezze dei terremoti precedenti.
La prova provata è sulle scuole non c’è una scuola ricostruita se non avessi fatto 45 scuole per 16mila studenti sarebbero andati via con le famiglie a Roma, Pescara o sulla costa e L’Aquila si sarebbe spopolata completamente, sarebbe morta, questa è la grande differenza tra L’Aquila ed il Friuli, il Friuli ha colpito centri ma non grandi città con decine di migliaia di abitanti.
Neanche una scuola è agibile tutti e sedicimila erano nelle scuole fin dall’autunno del 2009 questi sono i fatti su cui dare un giudizio.
Il nostro Paese è a macchia di leopardo e a velocità diverse
.
Nel Friuli c’è stata la prima positiva esperienza di delega alle autorità locali, poi il Belice, una piaga, quindi la vergognosa gestione del Centro Italia, inaccettabile, anche lì la delega alle autorità locali ma è fallita, non puoi dare strutture tecniche in gestione a qualcuno che fino al giorno prima certificava mozzarelle o solo documenti purtroppo è la realtà del nostro Paese in certe zone si può delegare alle autorità locali in altre zone diventa uno scarico di responsabilità e conflitto di competenze senza risolvere nulla.

2miliardi di euro spesi per l’emergenza di cui 800 milioni per il Progetto case.
Meno di 630 milioni per la messa in sicurezza.
250 milioni per le tendopoli e l’assistenza alla popolazione.
200milioni per i map.

Ricostruzione privata. 11miliardi di progetti finanziati di cui 7miliardi e mezzo erogati restano poco più di 5 miliardi e mezzo di euro. Neanche una frazione è stata ricostruita.

Ricostruzione pubblica. Chiesti poco più un miliardo e 200 milioni di euro finanziati per la quasi totalità, spesi effettivamente meno di 500milioni di euro. In totale programmati mille interventi, 350 conclusi ed una porzione aspetta ancora il progetto. Neanche una scuola è stata ricostruita.
E solo un palazzo pubblico, Palazzo Camponeschi.

Sono i dati forniti da Roberto Aloisio del GSSI con l’Open Data Ricostruzione.

Il prof. Giuseppe D’Annunzio del liceo Cotugno, passando in rassegna il ritardo sui beni culturali si è poi detto dispiaciuto per il fatto che i giovani non conoscano ancora la qualità architettonica della loro città.

Sicuramente ci sono luci ed ombre, ha concluso Bertolaso, quello che doveva essere l’obiettivo della comunità nazionale di garantire futuro e prospettiva ad 80mila persone è stato garantito, erano 80mila il 5 aprile 2009, erano 80mila nel 2010/2011, qualcuno è andato via negli anni successivi ma abbiamo consentito agli aquilani di rimanere nel loro territorio in attesa della fine della ricostruzione.

In un evento così drammaticamente avverso la comunità è stata unita, ha commentato infine il sindaco Pierluigi Biondi.

Pierluigi Biondi

Sono un po’ amareggiato della rappresentazione di questi giorni.
Sono state riportate solo le zone buie con una ricostruzione in chiaro scuro.
Che fosse lunga lo sapevamo e 10 anni sono tanti. Ma L’Aquila è uno dei dieci centri storici d’Italia con oltre il 60% edifici di vincolati l’impegno è gravoso. 
Sono state istruite 23mila pratiche ne mancano 1600 e 500 sono in istruttoria. Ci saranno ancora cantieri ma in fondo durerà meno di altri terremoti neanche paragonabili ad un capoluogo di Regione con funzioni e luoghi centrali per la vita di un popolo.