03 Nov 18

Siamo confusi, dovremmo fermarci

Scopri L’Aquila ed il suo territorio con il divertimappe, tre per la precisione, francamente mi mancava. Capire cos’è accaduto in questi 9 anni dal terremoto, tra le mille iniziative per la rinascita e per il turismo, che non è mai nato, è come cercare un ago in un pagliaio. E’ riemerso pure il percorso, anzi Percorsi d’Abruzzo, di un ente geografico non so che, che subito dopo il sisma con un premio non meglio specificato fece anche questo, fatto sta che ad oggi, ma anche ieri, siamo e ci ritroviamo sempre al punto di partenza. Perfino l’assessore al commercio Piccinini, s’è lamentato di come la città accoglie il turista.
Non c’è rete, sorgono B&B dall’oggi al domani e non sappiamo dove sono, non c’è aggiornamento sull’andamento dei lavori nelle chiese e monumenti, è tutto nelle mani della buona volontà dei commercianti e degli esercenti che cercano di fare la giornata, mentre chi arriva in città non sa cosa fare, dove parcheggiare e a quanto dormire, dove mangiare, quali escursioni fare, quali dintorni visitare e perché, quale gita di un giorno nel Parco, quale Parco?, quando andare a Collemaggio o a San Bernardino perché poi basti arrivare cinque minuti oltre la chiusura della basilica, è successo a San Bernardino, per vedersi sbarrato l’ingresso senza troppi complimenti.
Tanto poi sui social c’è tutto il tempo di meravigliarsi delle bellezze senza eguali della nostra città, della #LAquilabellame, delle meraviglie da non invidiare a nessuno e di un mondo virtuale che non ha nulla a che vedere con quello reale.
Non c’è rete, quello che facciamo non lo sanno neanche  a Navelli, vogliamo fare vogliamo fare e in realtà facciamo, ma poi se ne sa poco.
Neanche i locali fanno rete, male che va un vino ed una degustazione con un cacio nostrano farebbe bene a chiunque. Ci maceriamo ogni giorno a cercare di capire come rivitalizzare il centro storico che cambia aspetto ogni giorno di più e che ci sfuggirà dalle mani, senza un minimo di approfondimento sulla forma che prende.
C’è una cosa una che ci identifica davvero? La Perdonanza concentrata su una settimana l’anno?
Siamo città della conoscenza senza diffonderne, e città di cultura e di debiti che pagano tutti, di qualità passate, di un Gran Sasso fermo ai fasti della stazione del ventennio e di opportunità che ci sfuggono, con il quotidiano che ormai prende tutto il tempo.  Siamo confusi dovremmo riflettere un attimo.